wtorek, 6 października 2015

Dal focolare a Internet.

Non molti anni fa i nostri nonni si raccontavano le storielle, le leggende e l'inciucio di paese davanti al fuoco di un camino o seduti a tavola, durante la cena. Certo non chiedeva "l'amicizia" o il "follow" per potersi scambiare qualche idea o pensiero. Il social network più diffuso era il "barbiere" per i maschi, il pizzicagnolo per le femmine.

Le leggende, i fatti cosiddetti strani, venivano tramandati da padre in figlio, storie di fantasmi, "o' munaciell" e cosi via.

L'effetto domino che avevo una questione legata ai sentimenti, o alla vita politica piuttosto che ad un'attività commerciale era inesorabilmente trasportata da "bocca a bocca" dai vari personaggi che nel passaparola venivano coinvolti. Era il "Retweet" o il "Condividi" dell'epoca.

Oggi c'è l'immediatezza di Internet. Facebook, Twitter, Instagram, Google+, Linkedin ecc. Una notizia, un pettegolezzo, una battuta, una ricerca di aiuto, un annuncio o chissà cos'altro raggiunge l'immediatezza di migliaia di persone. Non più trasportata da bocca a bocca ma da un semplice click sul mouse del computer, interagendo con persone lontane o vicine ma unite in una catena virtuale, composta da milioni di anime. I cosiddetti Social Network, che a mio avviso hanno ben poco di sociale. Persone che non riescono più a comunicare se non hanno la luce blu del pc o dello smartphone di turno.

Scrivi i pensieri più intimi a perfetti sconosciuti e rispondi "fatti i cazzi tuoi" a chi ti ama. Cosa della parola "social" non hai capito?

— Vince in Stand by (@sonounascimmia) 19 gennaio 2013

A tal proposito, vi voglio mettere a conoscenza di un argomento postato su skande.com.

Scienziati in allarme: Facebook cambia il nostro cervello

"Facebook potrebbe cambiare il nostro cervello" questo allarme lo lancia Susan Greenfield, docente di neuroscienze all'Università di Oxfordin recente articolo sul The Telegraph. Secondo lo scienziato, il famoso social network potrebbe "infantilizzare" i nostri pensieri. (continua...)

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