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wtorek, 6 października 2015

CORSO DIFESA PERSONALE TSD-HRD - ROMA NORD

wtorek, 6 października 2015 - by Unknown · - 0 Comments

INIZIO NUOVO CORSO 12-01-2013
ORARIO LUNEDI' 09:30 – 10:30
TELEFONO PALESTRA : 328-4085982. ( via Semmola, 48 ).
http://corsomeditazione.blogspot.com/ IL PRIMA :
E IL DOPO :
PROGRAMMA DEL CORSO DI DIFESA PERSONALE
-    PRINCIPI DI FILOSOFIA MARZIALE E DIFESA PERSONALE : SALUTO FORMALE.
-    TECNICHE DI MEDITAZIONE
-    TECNICHE DI RESPIRAZIONE E CONTROLLO DELLO STATO DI PANICO
-    MOBILITA' ARTICOLARE
-    GINNASTICA PREPARATORIA
-    LA POSTURA
-    LE POSIZIONE DI BASE
-    EQUILIBRIO E SPOSTAMENTI
-    TENICHE DI CADUTE
-    COLPIRE CON GLI ARTI SUPERIORI
-    COLPIRE CON GLI ARTI INFERIORI
-    COLPIRE CON LA TESTA
-    COLPIRE CON IL CORPO
-    DIFESA DA TERRA
-    STUDIO DELLE LEVE ARTICOLARI
-    COMBINAZIONI DI COLPI E LEVE
-    SBILANCIAMENTI E SPAZZATE
-    PARATE ALTE, MEDIE E BASSE
-    TECNICHE BASE DI LOTTA DA IN PIEDI E DA TERRA
-     STUDIO DEL BASTONE LUNGO, CORTO E A DUE PEZZI
-    STUDIO DELLE ARMI DI FORTUNA COME PIETRE, TERRA,
     CINGHIA,CHIAVI,VALIGETTA,RIVISTA,BOTTIGLIA,SCIARPA ECC.
-    TECNICHE IMPROVVISE COME MORSI , GRAFFI, CAPELLI ECC.
-    L'USO DELLE PAROLE
-    L'USO DELL' URLO MARZIALE
-    STUDIO DEI PUNTI VITALI
-    LUOGHI E TECNICHE DI AGGRESSIONE
-    PSICOLOGIA DELL'AGGRESSORE E AGGREDITO
-    AUTOSTIMA E CONTROLLO EMOZIONALE
-    VALORIZZAZIONE DEL POTENZIALE FISICO E PSITICO
-    ASPETTI GIURIDICI
-    TECNICHE ANTI- PANICO IL MASSAGGIO VISCERALE
-    ASPETTI FISIOLOGICI DELLO STATO DI PAURA
-    CONSERVAZIONE DELL' ENERGIA.Per informazioni : Alberto  tel. 328/36.45.567      e-mail: bettogam@libero.it

Dal focolare a Internet.

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Non molti anni fa i nostri nonni si raccontavano le storielle, le leggende e l'inciucio di paese davanti al fuoco di un camino o seduti a tavola, durante la cena. Certo non chiedeva "l'amicizia" o il "follow" per potersi scambiare qualche idea o pensiero. Il social network più diffuso era il "barbiere" per i maschi, il pizzicagnolo per le femmine.

Le leggende, i fatti cosiddetti strani, venivano tramandati da padre in figlio, storie di fantasmi, "o' munaciell" e cosi via.

L'effetto domino che avevo una questione legata ai sentimenti, o alla vita politica piuttosto che ad un'attività commerciale era inesorabilmente trasportata da "bocca a bocca" dai vari personaggi che nel passaparola venivano coinvolti. Era il "Retweet" o il "Condividi" dell'epoca.

Oggi c'è l'immediatezza di Internet. Facebook, Twitter, Instagram, Google+, Linkedin ecc. Una notizia, un pettegolezzo, una battuta, una ricerca di aiuto, un annuncio o chissà cos'altro raggiunge l'immediatezza di migliaia di persone. Non più trasportata da bocca a bocca ma da un semplice click sul mouse del computer, interagendo con persone lontane o vicine ma unite in una catena virtuale, composta da milioni di anime. I cosiddetti Social Network, che a mio avviso hanno ben poco di sociale. Persone che non riescono più a comunicare se non hanno la luce blu del pc o dello smartphone di turno.

Scrivi i pensieri più intimi a perfetti sconosciuti e rispondi "fatti i cazzi tuoi" a chi ti ama. Cosa della parola "social" non hai capito?

— Vince in Stand by (@sonounascimmia) 19 gennaio 2013

A tal proposito, vi voglio mettere a conoscenza di un argomento postato su skande.com.

Scienziati in allarme: Facebook cambia il nostro cervello

"Facebook potrebbe cambiare il nostro cervello" questo allarme lo lancia Susan Greenfield, docente di neuroscienze all'Università di Oxfordin recente articolo sul The Telegraph. Secondo lo scienziato, il famoso social network potrebbe "infantilizzare" i nostri pensieri. (continua...)

Cuor di Radicchio

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Arrivo in punta di piedi oggi per annunciare con l'emozione e le farfalline nello stomaco che accompagnano le cose belle che sarà proprio il mio blog, per tutto il mese di Febbraio, ad ospitare la raccolta mensile di Salutiamoci.

Penso che ormai tutti sappiate di cosa sto parlando, dato che ho cercato quando potevo di partecipare ogni mese, dando il mio contributo con almeno una ricetta.L'iniziativa mi è piaciuta sin da quando ne ho sentito parlare la prima volta, ogni mese un ingrediente (ovviamente di stagione) diverso, da valorizzare accompagnandolo con altri prodotti quanto più naturali possibile anch'essi stagionali e salutari, secondo i principi di una cucina che cerco di rispettare ogni giorno.Le regole del gioco sono infatti poche e semplici, ma da rispettare religiosamente: solo gli ingredienti permessi, oppure accettati pur non consigliati da questa tabella potranno entrare a far parte delle vostre ricette. E' bandito infatti tutto ciò che è eccessivamente raffinato, grasso, eccitante, lavorato: quegli ingredienti che secondo le linee guida dell'alimentazione proposta dal Prof. Berrino sono maggiormente correlati con l'insorgenze di gravi malattie come i tumori.Le preparazioni non devono essere eccessivamente complesse, è un gioco che ha come scopo principale quello di riscoprire i veri sapori degli ingredienti, il gusto di cucinare con materie prime semplici e genuine, al giorno d'oggi ormai dimenticati dietro ai finti cibi artificiali che ci spingono a comprare puntando su "valori" come la velocità e comodità.II cibo sano è amore, colore, tradizione, famiglia, calore, fantasia e non in ultimo, può -e dovrebbe- essere PREVENZIONE. Questo è tutto ciò che Salutiamoci cerca di insegnarci, o di farci ricordare.Spero davvero di vedervi partecipare in tanti, aspetto le vostre proposte con ansia e curiosità:)Io, da parte mia, mi sono già messa all'opera da un po', e spero proprio non me ne vogliate se per tutto il mese vi propinerò ricette a base di..RADICCHIO ROSSO!

(immagine tratta dal web)

Dal sapore amaragnolo e deciso, il radicchio rosso può davvero essere impiegato in molte preparazioni in cucina: buonissimo mangiato crudo in insalata, in pochi minuti può essere saltato in padella per avere velocemente un ottimo contorno a portata di mano, perfetto nelle lasagne, come ripieno della pasta fresca (voi che la fate!), insomma, questi sono solo alcuni usi a cui il radicchio si può prestare.Ma non è solo buono! E' infatti una verdura ricca di antiossidanti (anche di più di mirtilli!), e aiuta così a rallentare l'invecchiamento cellulare e l'insorgenza di alcuni tipi di tumore, come quello intestinale. Ricco di fibre, aiuta la digestione e l'intestino, oltre ad essere un buon depurativo per il fegato, collaborando in questo modo a mantenere una pelle frescaR e giovane (..solo con me non funziona :\ )

Allora, che aspettate a cominciare a sbizzarrirvi con l'amico radicchio?! ;)

Mandare le proprie ricette a Salutiamoci è molto semplice:-la ricetta dovrà essere composta da ingredienti di stagione ed escludere gli ingredienti vietati dalla tabella. -dovrete corredare la ricetta con cui intende partecipare dal logo di salutiamoci e da link che rimandino al blog di Salutiamoci e a questo post-potete dare il vostro contributo anche con ricette già edite, basterà specificare che si intende partecipare a Salutiamoci del mese di febbraio, inserire il logo, il link al blog di Salutiamoci e a questo post-lasciate un commento a questo post con il link relativo alla ricetta e sarà ritenuta aderente alle regole del gioco, sarà inserita nella raccolta.

Potete partecipare anche se non avete un blog, inviandomi la vostra proposta per mail, all'indirizzo stampilu@hotmail.it

Penso di aver detto tutto! Via alle danze! ;)

Ricette partecipanti:

Antipasti e finger food:

Tortini di radicchio e tofu - ricetta di Patrizia (via mail)Snack salato di radicchio e tofumè - ricetta di Cuoca mattarellaStrudel di farro al radicchio - ricetta di Marina di Cosa mangiano i vegani?

Primi piatti:

Tagliatelle di ceci - ricetta di Susanna Cavallo (via mail)Risotto di zucca e pesto di radicchio - ricetta di Michela di MammavegCrema di carciofi e fiocchi di cereali con radicchio e gomasio - ricetta di Peanut

Secondi piatti:

Insalate e contorni:

Creme, salsine e condimenti:

Ricette ricevute via e-mailTortini di radicchio e tofu

Tortini di radicchio (la quantità varia in base alla grandezza delle formine)

Per il ripieno

1 cespo di radicchio

1 panetto di tofu

1 Cucchiaio di lievito in scaglie

1 manciatina di olive verdi

la punta di un coltello di aglio in polvere

olio - sale marino integrale - pepe q.b.

Per la pasta

150 gr farina di grano duro

80 gr di acqua (quantità indicativa)

20 gr di olio evo

1 pizzico di sale marino integrale

Tagliatelle di ceci aglio olio e peperoncino con radicchio e noci

ingredienti per le tagliatelle:

100 g farina di ceci250 ml acqua1 cucchiaio olio evo1 pizzico di sale marino integralemescolare la farina di ceci con l'acqua, l'olio e il sale senza far formare grumilasciare a riposare 3 orefare poi delle crepes in padella abbastanza sottiliavvolgere le crepes e tagliare le tagliatelle (come si farebbe per la pasta fresca)ingredienti per il radicchio

1 cespo di radicchio (lavato e poi tagliato a listerelle)1 cucchiaio di olio evo1 scalogno1 peperoncino fresco1 pezzetto di radice di zenzero frescomettere nella padella lo scalogno affettato sottilmente con 5 cucchiai di acqua efarlo sobbollire a fuoco lento fino a cotturaaggiungere olio evo, peperoncino, radicchio e zenzero grattuggiato e farloandare solo per 3/5 minuti.impiattare le tagliatelle di ceci, condirle con il radicchio e aggiungere gherigli di noci... buon appetito!

Da colore innaturale a colore naturale senza (quasi) rovinare i capelli.

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Ormai è fatta: dopo due anni quasi esatti (QUI il post dell'annuncio dei miei primi capelli rosa), ho definitivamente abbandonato i colori innaturali.

I motivi sono dei più svariati: in parte sono stanca di molte cose legate al colore innaturale in sé (decolorare ogni mese o quasi la radice, stanca di avere i capelli rovinati, pochi, poco sani..), in parte sono stanca di portare i capelli innaturali proprio per quello che rappresentano. Non mi dilungo su questo aspetto perché è solo una piccola parte che coinvolge la mia scelta, ma qualcosa ho già detto in QUESTO video, chi sa leggere tra le righe capirà al volo.

Volevo tornare ad avere un colore naturale, ma non volevo rovinare ulteriormente i capelli così le opzioni erano:

-coprire tutto con una bella botta di nero (ma passare da un viola ad un nero sarebbe stato un trauma, soprattutto perché il nero è un punto di non ritorno. Volevo il rosso, un colore naturale, ma tra i colori naturali il meno anonimo)

-decolorare e tagliare (ma volevo tenermi la lunghezza raggiunta e soprattutto decolorare un viola.. uhmm.. non credo che avrei avuto buoni risultati)

-utilizzare la stella di Oswald

L'idea non è stata mia, ma di un amico con le mani in pasta nei prodotti per parrucchieri che mi ha suggerito di fare un giallo per contrastare il viola e naturalizzare così il colore facendolo diventare marroncino. Una volta marroncino, schiarire un po' con un bel biondo chiaro e poi fare tanto desiderato rosso.. Peccato che non avevo considerato che il mio viola non era proprio un "violetto secondario", ma un viola tendente molto al blu quindi giallo+blu=verde.

Fatto il giallo, l'AG della linea Aquarely della Itely, il risultato è stato questo:

è stato meraviglioso vedere sparire il viola come per magia e vedere la trasformazione in verde *_* senza l'uso di un decolorante soprattutto! Inoltre i capelli sono rimasti tali e quali, non si sono spezzati o rovinati troppo! 

L'unica cosa che mi ha davvero rattristato nel vedere questo colore è stato il fatto che qualche mese fa, quando volevo farmi verde scuro, non ci sono riuscita perché avevo troppo azzurro. Il segreto sarebbe stato fare un bel giallo e poi magari coprire il verdino con il verde scuro. A saperlo!

Poi ho riguardato la stella di Oswald: se avessi fatto un rosso avrei neutralizzato il colore perché il mio verde era proprio verde primario!

Così la mattina mi sono svegliata, sono corsa al supermercato (con il berretto per nascondere il verdino e non spaventare i bambini), ho comprato il rosso più rosso che c'era e l'ho fatto.

Risultato?

Sulla base sono di un bel rosso fiammante, decisamente STUPENDO. Le punte, dove il verde era più deciso, sono marroncine, ma con la prossima tinta rossa tutto tornerà alla normalità.

Sono davvero soddisfatta; certo, devo ancora abituarmi a questo colore naturale, ogni volta che mi guardo penso "che vecchia!" anche se Fede dice che non è vero. A me sembra di aver guadagnato 5 anni, ma non importa :-)

Se avete bisogno di consigli sul colore, chiedetemi pure come sempre: da oggi ho nuove risorse *_*

CREMA FREDDA DI ZUCCHINE E PISELLI

- by Unknown · - 0 Comments

Nella sua semplicità io adoro questa ricetta! Così veloce, economica, rinfrescante, ed è un buon metodo per usare un po' dei quintali di zucchine che sicuramente avrete nell'orto, o nel frigo donate da qualcuno con l'orto :)

Lo so che l'aspetto è da zuppona invernale, ma va mangiata freddissima, ed è davvero cremosa e buona.

INGREDIENTI:

- 2 zucchine grandi

- 1 spicchio d'aglio

- 1 tazza di piselli surgelati

- 1 mazzetto di basilico

- erba cipollina

- sale, pepe

- peperoncino

- qualche cucchiaio di Tahin (facoltativo)

Tagliate le zucchine a fettine. Mettetele in una pentola insieme all'aglio, i piselli, sale, pepe e un pizzico di peperoncino. Aggiungete un po' d'acqua, circa 1/2 bicchiere, giusto perchè le verdure non si attacchino al fondo, coprite con un coperchio e mettete la pentola sul fuoco. Da quando l'acqua bolle, cuocete per circa 5-8 minuti, non di più, e spegnete il fuoco.

Aggiungete nella pentola il basilico, l'erba cipollina, il tahin, oppure a piacere noci, mandorle o qualche cucchiaio di panna vegetale...vedete voi!

Frullate il tutto con il minipimer, e lasciate raffreddare.

Passate la crema in frigorifero fino al momento di servirla, con un bel giro d'olio, e, se vi garbano, crostini di pane integrale fatti tostare un minuto in padella.

E per le amiche che mi chiedevano come procede la gravidanza, vi posso dire che il 9°mese è il più bello! Sono emozionata ed euforica perchè il gran momento si avvicina; allo stesso tempo sono felice e rilassata, il piccolo continua a crescere e a farsi sentire sempre in modo diverso; viviamo in simbiosi e questo mi affascina e mi riempie di gioia! Fisicamente sto bene, non mi sono gonfiata nè ho disturbi di nessun tipo. Gli esami sono tutti ok e quindi....aspettiamo!!

COTOLETTA DI BUON COMPLEANNO

- by Unknown · - 0 Comments

Il mio post di oggi è interamente dedicato a te, per augurarti buon compleanno, a modo mio. 

Anzi, forse più che per dirti "auguri", ne approfitterò per dirti "grazie". 

Innanzitutto perché esisto e il tuo contributo è stato indispensabile. 

Certo, come dici tu, "i figli non sono tanto di chi li mette al mondo, ma di chi li cresce". Quindi grazie, anche per avermi aiutato a diventare la donna che sono (...seppure un po' "ometto"...).

Sai, forse senza di te non esisterebbe nemmeno "La Gastronomade". Già, perché devo riconoscerti il merito di avermi educata nel migliore dei modi, anche da un punto di vista enogastronomico. 

Certo, con me hai trovato terreno fertile. Il DNA non mente e la predisposizione per la ricerca del buono me l'hai trasmessa in gran parte tu (senza nulla togliere all'altro 50%). 

Ma non mi hai trasmesso solo questo, che è già tanto. 

C'è la sensibilità, per entrambi un'arma a doppio taglio. Ci fa cogliere sfumature di cui molti neppure si accorgono, ci fa essere terribilmente perspicaci... ma allo stesso tempo può diventare la nostra peggiore nemica. Quasi in grado di annientarci. 

Ma mi hai dato anche la forza. 

Quella che hai saputo farmi trovare nei miei momenti "no", perché hai sempre capito se, quando e come intervenire. 

Quella che tante volte vorrei riuscire a darti io nei tuoi momenti "no". 

E poi grazie per tutte le volte che ci capiamo al volo, senza nemmeno parlare. Per tutte le volte che spero in un tuo cenno e mi arriva un tuo messaggio o una tua telefonata.

Grazie per i pranzi insieme e per la pazienza di quando non sono finiti proprio in modo idilliaco. 

Grazie per quella lettera scritta in un marzo di 18 anni fa, che è sempre con me.

Grazie per essere stato capace di essermi vicino sempre, seppure con i chilometri che ci dividevano.

Grazie per avermi insegnato l'onestà (prima di tutto verso noi stessi) e la correttezza; spesso ci abbiamo rimesso per questo e ci rimetteremo ancora, ma potremo sempre guardarci allo specchio con un sorriso.

E un ultimo grazie per avermi fatto diventare la "sorellona" di Carolina e Cristian.

Niente torta di compleanno oggi, troppo scontata. 

Il mio regalo per te sarà la ricetta della "vera cotoletta (o costoletta) alla milanese", così come prevista dalla Denominazione Comunale del Comune di Milano con delibera del 17 marzo 2008.

Ovviamente poi dovrai farmela testare :-)

(immagine tratta da www.cotolettamilanese.it) 

INGREDIENTI (per 4 persone)

4 costolette di vitello tagliate alte quanto l'osso

100 g di burro chiarificato

2 uova

Pane grattugiato grossolanamente

Sale 

Un limone (facoltativo)

PREPARAZIONE

Incidi la pelle esterna delle costolette perché non si alzi durante la cottura e appiattiscile con il batticarne.

Metti le uova in un piatto fondo e sbattile bene.

Immergi le costolette una per volta (tranne il "manico"). 

Passa poi le costolette nel pane grattugiato facendolo aderire bene.

In un largo tegame scalda il burro chiarificato finché non assume un bel colore dorato (non deve soffriggere!).

Adagia le costolette nel burro e cuocile 7/8 minuti per parte. 

Toglile dal tegame, asciugale con carta assorbente... et voilà!

BUON COMPLEANNO PAPA'

 

 

 

Da eternidade do inferno.

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Et ibunt hi in supplicium aeternum – "Estes irão para o suplício eterno" (Matth. 25, 46).

Sumário. A eternidade do inferno não é uma simples opinião, mas sim uma verdade de fé fundada no testemunho de Deus na Santa Escritura, na qual se diz repetidas vezes que os desgraçados pecadores, uma vez lançados naqueles abismos, serão atormentados de dia e de noite pelos séculos dos séculos. Se alguém por um dia de divertimento se deixasse condenar a trinta anos de prisão, tê-lo-íamos por louco. Que maior loucura não seria a nossa, se por um momento de vil prazer nos condenássemos a queimar no fogo para sempre? A ficar privados para sempre da posse do soberano bem, que é Deus?

I. Se o inferno não fosse eterno, deixaria de ser inferno. A pena que dura pouco, não é grande pena. Quando se rompe a um doente um abscesso, quando a outro se queima uma úlcera, a dor é viva, mas, como passa rapidamente, o tormento não é grande. Que sofrimento porém não seria, se aquela incisão, aquela operação por meio do fogo, continuasse por uma semana, por um mês inteiro? Quando o sofrimento é bastante prolongado, apesar de leve, como uma dor de olhos, uma dor de dentes, torna-se insuportável. – Mas para que falar de sofrimento? Mesmo uma comédia, uma música que se prolongasse muito ou durasse um dia inteiro, não se poderia aturar pelo grande fastio. Que será, pois, do inferno, onde não se trata de assistir à mesma comédia, de ouvir a mesma música, onde não se tem unicamente a sofrer uma dor de olhos ou de dentes, onde não se sente só o tormento de uma incisão ou de um ferro em brasa, mas onde estão reunidos todos os tormentos e todas as dores? E isto, por quanto tempo? Por toda a eternidade! Cruciabuntur die ac nocte in saecula saeculorum (1) – "Serão atormentados de dia e de noite pelos séculos dos séculos".

Esta eternidade não é simples opinião, mas sim uma verdade de fé, atestada repetidas vezes por Deus nas Sagradas Escrituras. Só no capítulo 9 de São Marcos Jesus Cristo afirma até três vezes que o verme roedor e a consciência dos condenados nunca morrerá: Vermis eorum non moritur; até cinco vezes repete que o fogo que os abrasa, nunca será apagado: Et ignis eorum non extinguitur; e finalmente conclui dizendo:Omnis igne salietur (2) – "Será todo salgado pelo fogo". Assim como o sal tem a propriedade de conservar as cosias, assim o fogo do inferno, ao mesmo tempo que atormenta os réprobos, produz neles o efeito de sal, conservando-lhes a vida. Desgraçados réprobos!

Que loucura não seria se por um dia de divertimento alguém se deixasse encerrar num calabouço vinte ou trinta anos? Se o inferno durasse cem anos – cem anos! Que digo? – se durasse somente dois ou três anos, seria já grande loucura condenar-se ao fogo esses dois ou três anos por um momento de vil prazer. Mas não se trata de trinta, nem de cem, nem de mil, nem de cem mil anos; trata-se da eternidade, trata-se de sofrer para sempre os mesmos tormentos, sem nunca esperar fim nem momento de descanso.

II. Tinham razão os santos para temer e gemer, enquanto estavam no mundo e, portanto, em risco de se perderem. O Bem-aventurado Isaías, posto que parasse os dias no deserto entre jejuns e penitências, exclamava chorando: Desgraçado de mim, que ainda não escapei ao perigo da condenação! Nondum a gehennae igne sum liber! Mas se os santos tremiam, nós, que somos pecadores, teremos a presunção de nos julgar seguros?

Ah, meu Deus! Se me tivésseis lançado no inferno, como tantas vezes mereci, e depois me tivésseis tirado d'ali pela vossa misericórdia, quanto Vos seria obrigado! Que vida santa não teria desde então principiado! Agora por uma misericórdia maior me preservastes de cair no inferno: que farei? Tornarei a ofender-Vos e a provocar a vossa indignação, afim de que me condeneis realmente a arder nessa prisão dos revoltosos contra Vós, onde já ardem tantas almas que cometeram menos pecados que eu? Ah! Meu Redentor, é o que eu fiz no passado; em lugar de aproveitar o tempo que me daveis para chorar os meus pecados, abusei dele para excitar a vossa ira. Agradeço a vossa infinita bondade o ter-me aturado tanto tempo. Se não fosse infinita, como me houvera sofrido?

Graças Vos dou por me haverdes esperado até aqui com tamanha paciência, e graças Vos dou sobretudo pela luz que me concedeis agora, luz que me deixa ver a minha demência e o agravo que Vos fiz, ultrajando-Vos com tantos pecados. Detesto-os, meu Jesus, e arrependo-me de todo o coração perdoai-me, em consideração à vossa Paixão e ajudai-me com a vossa graça, a não mais Vos ofender. Com razão devo temer que, depois de mais um pecado mortal, me abandoneis. – Ah, Senhor! Rogo-Vos que me ponhais sempre diante dos olhos este justo temor, em particular quando o demônio novamente me provocar a vos ofender. Amo-Vos, meu Deus, e não Vos quero mais perder; ajudai-me com a vossa graça. – Ajudai-me também vós, ó Virgem Santíssima, e fazei com que em minhas tentações sempre recorra a vós, afim de que nunca mais perca o meu Deus. Ó Maria, vós sois a minha esperança. (II 123.)

----------1. Apoc. 20, 10.2. Marc. 9, 48.

(LIGÓRIO, Afonso Maria de. Meditações: Para todos os Dias e Festas do Ano: Tomo III: Desde a Décima Segunda Semana depois de Pentecostes até o fim do ano eclesiástico. Friburgo: Herder & Cia, 1922, p. 66-68.)

Correre all'alba

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Oggi ho corso all'alba , non avevo mai corso cosi' presto , ieri in palestra mi ero messo d'accordo insieme ad un amico ,per trovarci alla Porada a seregno alle 7.00 per correre 4 km riscaldamento piu 14 km al suo ritmo maratona cioè 4'30 al km. La Sveglia suona alle 6.10,con enorme fatica mi alzo e mi accorgo che è l'alba di un nuovo giorno e il sole non c'è ancora ed è ancora tutto buio , era da tempo che non mi alzavo cosi' presto ,cioè prima che la città si svegliasse ,senza una macchina o una persona per le strada io in bici per 5km mi avvio alla porada .Stamattina c'era davvero un fresco insolito 18°, io in maglietta e calzoncini sgambati neri , sentivo il vento sulla faccia e contro il mio cappellino bianco-verde della decathlon e i miei onnipresenti occhiali da sole rossi ; dopo 3-4 minuti però mi ambiento e smetto di sentire freddo ,pedalo tranquillo anche perchè abbastanza addormentato dopo aver dormito 5 ore scarse. Finalmente dopo poco piu' di un quarto d 'ora arrivo alla Porada alle 7 circa , mi guardo un pò in giro e non trovo mauro , e va be me ne faccio una ragione e perciò faccio 2 giri per 4 km a 5'50 e poi un giro per 2 km forte forse troppo forte a 4'28 di media . Dopo aver concluso questo pseudo riscaldamento ,molto anarchico , sento dolore al quadricipite femorale della coscia destra e nello specifico al retto femorale della coscia destra , effettuo poi un buon stretching 15 minuti ,ma non molto dolore e decido di correre comunque 10 km di Fl a 5'00 e cosi' faccio ,riesco a fare i 10 km ma non molto costanti con un calo nel 8° e 9° km, però nel 10° mi sono ristabilito sui miei livelli : qua il grafico a destra :dopo aver finito ero molto stanco e mi sono subito seduto sulla panchina sulla quale mi sono poi sdraiato per riprendere le energie per un pò di minuti , poi mi alzo e non sento piu' le gambe erano stanchissime e molli .piano piano che correvo il parco si popolava di persone di ogni tipo giovani amici, amiche , anziani ,coppie , per stare in compagnia al fresco di un giovedì mattina d'agosto .Verso le 9.20 decido che è ero che m'incammini verso casa,circa 4 km in bici ,ma non prima di aver bevuto e di essermi rinfrescato in una utilissima e fondamentale fontanella .Arrivato a casa dopo 20 minuti di pedalata ,cammino e mi sento con il retto femorale ,che mi faceva male prima , molto indolenzito e quando spingo fa male per camminare cosi' lo appoggio poco , se lo tocco mi fa male fino a metà della coscia. Questo pomeriggio al parco con i ragazzi non sono riuscito a correre nemmeno 400 m, zoppicavo per correre e poi mi dovevo fermare per forza , spero che passi presto e che non sia nulla di grave , non ci vorrebbe questo infortunio in un periodo cosi' importante.Domani (oggi per chi legge ) riposo assoluto! Buona notte! Buone corse e buona fortuna a tutti ! la vita scorre troppo in fretta per trovare la felicità .

Costante Terrorismo Mediatico sull'Immigrazione

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Uno dei miei capitoletti preferiti de "I Miserabili" di Victor Hugo.

Qualche tempo dopo la data della lettera che abbiamo letto nelle pagine precedenti, il vescovo fece una cosa, al dire di tutta la città, assai più rischiosa della sua passeggiata nella montagna dei banditi.C'era presso Digne, nella campagna, un uomo che viveva in solitudine. Quest'uomo, diciamo subito la gran parola, era stato un membro della Convenzione. Si chiamava G. Nel piccolo mondo di Digne si parlava di G. membro della Convenzione, con una specie di orrore. uno della Convenzione! Ve lo immaginate? Roba di quei tempi in cui si davano del tu e si chiamavano cittadino. Una specie di mostro! Non aveva votato la morte del re, ma quasi. Era quasi un regicida. Era stato terribile. Come mai, al ritorno dei re legittimi, quell'uomo non era stato condotto davanti a un tribunale straordinario? Se anche non gli si fosse tagliata la testa, perché la clemenza è una bella cosa, un bell'esilio a vita gli sarebbe stato bene, e sarebbe anche servito di esempio!... E poi era un ateo come tutta quella gente là, ecc... ecc... - Insomma le solite ciarle delle oche sull'avvoltoio.Ma era poi un avvoltoio quel G.? A giudicare dalla fierezza della sua solitudine dobbiamo credere di sì. Ma non avendo votato per la morte del re, non era stato compreso nel decreto d'esilio e aveva potuto rimanere in Francia.Abitava a tre quarti d'ora dalla città, lontano dall'abitato, fuori da ogni strada, in un angolo sperduto di una vallata selvaggia. E là si diceva che avesse una specie di campo, una capanna, un riparo. Niente vicini né passanti. Si parlava di quel luogo come della casa del boia. Tuttavia il vescovo ci pensava, e di tanto in tanto, guardando l'orizzonte nel punto in cui un ciuffo di alberi segnava la forra del vecchio membro della Convenzione, diceva: <>.E nel fondo del suo pensiero soggiungeva: <>.Ma, confessiamolo pure, questa idea, che alle prime gli sembrava naturale, dopo un momento di riflessione gli appariva impossibile e quasi ripugnante. Perché in fondo egli condivideva l'impressione generale e il membro della Convenzione gli ispirava, senza che se ne rendesse chiaramente conto, quel sentimento che è come la frontiera dell'odio e che è ben espresso dalla parola repulsione.Ma la scabbia dell'agnello deve forse far fuggire il pastore? No... Ma che razza di agnello, però!Il buon vescovo era perplesso. Qualche volta si dirigeva da quella parte, ma poi ritornava sui suoi passi.Un giorno si sparse finalmente per la città la voce che una specie di giovane mandriano che serviva il membro della convenzione nella sua tana, era venuto a cercare un medico; il vecchio scellerato moriva di paralisi e forse non avrebbe passato la notte. E qualcuno commentava: <>.Il vescovo prese il suo bastone, coprì la sua tonaca logora col suo solito mantello, anche perché il vento fresco della sera non avrebbe tardato a soffiare, e uscì.Il sole tramontava ed era ormai quasi all'orizzonte quando il vescovo giunse al luogo scomunicato. Riconobbe, non senza un certo batticuore d'essere vicino alla tana. Scavalcò un fosso, attraversò una siepe, passò una staccionata, entrò in un cortile abbandonato, fece qualche passo molto coraggiosamente, e tutto a un tratto in fondo al terreno incolto, dietro un grosso cespuglio, scoprì la caverna.Era una capanna bassa, poverissima, piccola ma pulita, con una pergola nel terreno incolto, sul davanti.Davanti alla porta, in una vecchia poltrona a rotelle da contadini, stava seduto un uomo dai capelli bianchi che sorrideva al sole.Lì vicino, stava un ragazzo, il pastorello, e porgeva al vecchio una tazza di latte.Mentre il vescovo guardava, il vecchio parlò e disse: <>. E il suo sorriso lasciò il sole per fermarsi sul ragazzo.Il vescovo si fece avanti. Al rumore che fece camminando, il vecchio girò il capo e il suo viso espresse tutta la sorpresa ancora possibile dopo una lunga vita.<>Il vescovo rispose:<>.<><>Il vecchio riprese con un mezzo sorriso:<><><>Il membro della Convenzione tese la mano al vescovo, ma il vescovo non la prese e si limitò a dire:<>.<>, rispose il vecchio, <>E dopo una pausa soggiunse:<>.Poi riprese:<>.Il vecchio si volse al pastorello e disse:<>.Il ragazzo entrò nella capanna; e il vecchio lo seguì con gli occhi; poi disse come parlando tra sé: <>.il vescovo non era commosso come si potrebbe credere. Non gli pareva di sentire Dio in quel modo di morire. Diciamolo pure, giacché le piccole contraddizioni dei grandi cuori devono essere notate come il resto: lui, che all'occorrenza sapeva ridere volentieri della sua grandezza, era un po' seccato di non essere chiamato monsignore, ed era quasi tentato di chiamare quell'uomo: cittadino. Gli venne da usare quella famigliarità burbera che è così comune ai medici e ai preti ma che invece era tutt'altro che facile vedere in lui. Quell'uomo dopo tutto, quel membro della Convenzione, quel rappresentante del popolo era stato un potente della terra, e il vescovo, per la prima volta forse in vita sua, sentì la voglia di essere severo.Il membro della Convenzione intanto lo considerava con una cordialità rispettosa, nella quale forse si sarebbe potuto trovare anche un po'  dell'umiltà che accompagna chi è prossimo a diventare polvere.Il vescovo, dal canto suo, benché di solito si guardasse dalla curiosità, che secondo lui rasentava l'offesa, non poteva tenersi dall'osservare il membro della Convenzione con un'attenzione poco simpatica di cui si sarebbe aspramente rimproverato usandola verso qualunque altro suo simile. Ma un membro della Convenzione gli faceva un po' l'effetto di essere fuori dalla legge, perfino fuori dalla legge di carità.g., calmo, col busto quasi eretto, la voce vibrante, era uno di quei fieri ottuagenari che fanno meravigliare i fisiologi. La rivoluzione ha avuto molti di questi uomini, proporzionati al tempo. Si sentiva in quel vecchio l'uomo alla prova. Così vicino alla fine, aveva conservato tutti i gesti della salute. Nella sua occhiata chiara, nel suo accento fermo, nei robusti movimenti delle sue spalle c'era di che sconcertare la morte. Azrael, l'angelo maomettano del sepolcro, sarebbe ritornato indietro e avrebbe certo creduto di aver sbagliato parte. G. sembrava morire perché così gli piaceva. C'era della libertà nella sua agonia. Le gambe sole erano immobili: la morte lo teneva lì.I piedi erano morti e freddi, ma la testa era viva, in tutta la pienezza della sua potenza, e pareva piena di luce. G., in quel grave momento, assomigliava a quel re della favola, mezzo di carne e mezzo di marmo.

C'era un sasso lì vicino; il vescovo ci si sedette sopra e incominciò ex abrupto:<>, disse con accento di rimprovero,

<>.

Il convenzionale non parve notare il sottinteso amaro nascosto in

quella parola: almeno. E rispose:

<

tiranno.>>

Austerità contro severità.

<>, domandò il vescovo.

<

fine di questo tiranno. E' lui che ha generato la monarchia, che è

l'autorità cercata nel falso, mentre la scienza è l'autorità

cercata nel vero. L'uomo deve essere governato dalla scienza.>>

<>, aggiunse il vescovo.

<

scienza innata che possediamo in noi stessi.>>

Monsignor Bienvenu ascoltava, un po' meravigliato, questo linguaggio

molto nuovo per lui.

Il membro della Convenzione proseguì.

<

uccidere un uomo; ma di sterminare il male, sì, è un dovere. E ho

votato la fine del tiranno, ovvero la fine della prostituzione per la

donna, la fine della schiavitù per l'uomo, la fine dell'ignoranza

per il bambino. Votando per la Repubblica ho votato questo. Ho votato

la fraternità, la concordia, l'aurora! Ho dato mano alla caduta dei

pregiudizi e degli errori. Il crollo dei pregiudizi e degli errori

produce la luce. Abbiamo fatto crollare il vecchio mondo, noi, e il

vecchio mondo, vaso di miserie, rovesciandosi sul genere umano è

divenuto un'urna di gioia.>>

<>, disse il vescovo.

<

ritorno del passato che si chiama 1814, gioia scomparsa. Purtroppo

l'opera è stata incompiuta, ne convengo; abbiamo demolito l'antico

regime nei fatti, ma non l'abbiamo potuto sopprimere del tutto nelle

idee. Distruggere un abuso non basta; bisogna modificare i costumi.

Il mulino non c'è più, ma il vento è rimasto.>>

<

però di una demolizione complicata dalla collera.>>

<

diritto è un elemento di progresso. Si dica quel che si vuole, la

Rivoluzione francese è il più potente passo del genere umano dopo

l'avvento di Cristo. Incompiuto fin che volete, ma sublime. Ha

risolto tutte le incognite sociali. Ha addolcito gli animi, ha

calmato, pacificato, rischiarato: ha fatto correre sulla terra onde

di civiltà. E'stata buona. La Rivoluzione francese è la

consacrazione dell'umanità.>>

Il vescovo non poté trattenersi dal mormorare:

<>.

Il membro della Convenzione si drizzò nella sua seggiola con una

solennità quasi lugubre, e per quanto può gridare un moribondo,

gridò:

<

millecinquecento anni, e dopo la bellezza di quindici secoli è

scoppiata. E voi fate il processo al fulmine>>.

Senza nemmeno confessarselo, il vescovo, si sentì in qualche modo

colpito. Ma si controllò, e rispose:

<

nome della pietà, la quale altro non è se non una giustizia più

elevata. Il fulmine non deve sbagliare, cadendo>>.

E soggiunse guardando fisso il membro della Convenzione:

<>.

Il membro della Convenzione stese la mano e afferrò il braccio del

vescovo:

<

innocente? Allora piango con voi. Oppure sul rampollo reale? In

questo caso riflettete. Per me il fratello di Cartouche, fanciullo

innocente appeso per le ascelle in Place del la Grève fino a che ne

seguì la morte, non mi fa piangere meno del nipote di Luigi XV

fanciullo innocente anch'esso, martirizzato nella torre del Temple

per il solo delitto di essere stato nipote di Luigi XV>>.

Non mi piace vedere accostati certi nomi", disse il vescovo.

<>

Ci fu un momento di silenzio in cui il vescovo si pentì quasi di

essere venuto mentre tuttavia si sentiva stranamente scosso.

Il membro della Convenzione riprese:

<

Cristo invece piacevano: prendeva la frusta per ripulire il tempio:

la sua frusta piena di lampi era una fiera testimone di verità. E

quando gridava: Sinite parvulos, non faceva certo nessuna distinzione

tra i fanciulli. Non si sarebbe dato nessun pensiero di veder vicini

il delfino di Barabba e il delfino di Erode. L'innocenza è una

corona da se stessa; non gli serve nessuna 'Altezza', è augusta tra

gli stracci come tra i gigli di Francia>>.

<>, mormorò a bassa voce il vescovo.

<>, continuò il membro della Convenzione; <

avete nominato Luigi XVII. Intendiamoci. Piangiamo su tutti gli

innocenti, su tutti i martiri, su tutti i fanciulli, su quelli del

popolo come su quelli nobili? Ci sto anch'io: ma allora, ve l'ho

detto, bisogna risalire più in alto del '93 e bisogna cominciare a

piangere molto prima di Luigi XVII. Io piangerò sui figli dei re con

voi, purché voi piangiate con me sui figli del popolo.>>

<>, disse il vescovo.

<>, gridò G., <

pendere da una parte, sia dalla parte del popolo. E' più tempo che

soffre.>>

Ci fu ancora silenzio. Il membro della Convenzione lo ruppe. Si

sollevò su un gomito, si prese tra il pollice e l'indice ripiegato

un pizzico della guancia come si fa macchinalmente quando si

interroga e si giudica, e si rivolse al vescovo con uno sguardo in

cui raccolse tutte le energie della sua agonia.

Fu quasi un'esplosione:

<

lasciamo da parte questo: voi che venite a interrogarmi su Luigi

XVII, chi siete? Io non vi conosco. Da che sono in questo paese, sono

vissuto qua dentro, solo senza mettere piede fuori, non vedendo

nessuno all'infuori di questo ragazzo che mi aiuta. M'è arrivato

confusamente il vostro nome, questo è vero, e, devo dirlo, m'è

arrivato con rispetto, ma questo non significa nulla; la gente abile

ha tante maniere di ingannare quel bonaccione che è il popolo. A

proposito, non ho udito il rumore della vostra carrozza; l'avrete

certo lasciata laggiù dietro il bosco, al bivio. Io non vi conosco,

ripeto. Avete detto che siete il vescovo ma questo non mi dice nulla

della vostra persona morale. in conclusione, e vi ripeto la domanda:

Chi siete? Siete un vescovo, cioè un principe della Chiesa, uno di

quegli uomini dorati, stemmati, ricchi, che si godono grasse

prebende... il vescovo di Digne, credo, quindicimila franchi fissi,

diecimila franchi di straordinari, totale venticinquemila franchi...

uno di quegli uomini che hanno una splendida cucina, delle livree, e

banchettano, e mangiano gallinelle il venerdì, che si pavoneggiano,

con servi davanti e servi di dietro in berlina di gala e che hanno

palazzi e vanno in carrozza in nome di Cristo che andava a piedi

nudi! Siete un prelato; avrete rendite, palazzi, cavalli, servi,

buona tavola, tutti i beni della vita, avrete tutto questo come gli

altri, e come gli altri ne godrete, e va bene: ma questo dice molto e

non dice abbastanza; questo non mi illumina sul vostro valore

intrinseco ed essenziale: voi venite con la probabile pretesa di

portarmi della saggezza, e io vi domando: Chi siete?>>

Il vescovo abbassò la testa e rispose:

<>.

<>, brontolò il membro della

Convenzione. Ora toccava al membro della Convenzione essere altero, e

al vescovo essere umile.

Il vescovo riprese con dolcezza:

<

che è là dietro gli alberi, in che modo la mia tavola e le

gallinelle d'acqua che mangio il venerdì, in che modo i miei

venticinquemila franchi di rendita, e il mio palazzo e i miei servi,

provano che la pietà non è una virtù, che la clemenza non è un

dovere e che il '93 non è stato inesorabile>>.

Il membro della Convenzione si passò una mano sulla fronte come per

scacciarne una nube.

<>, disse, <

Ho avuto torto: siete in casa mia, mio ospite, devo essere cortese.

Voi discutete le mie idee, e io mi devo limitare a combattere i

vostri ragionamenti. Le vostre ricchezze e i vostri agi sono vantaggi

che io ho contro di voi, ma non è delicato che me ne serva. Vi

prometto di non usarli più.>>

<>, disse il vescovo.

G. riprese a dire:

<

eravamo rimasti?... Che dicevate?... Che il '93 è stato

inesorabile?>>.

<>, disse il vescovo. <

Marat che batte le mani alla ghigliottina?>>

<

massacri dei protestanti?>>

La risposta era dura, ma andava affondo con la durezza di una punta

d'acciaio. Il vescovo trasalì e non trovò maniera di parare il

colpo. Lo ferì sentir pronunciare a quel modo il nome di Bossuet:

anche i più nobili ingegni hanno i loro feticci, e talvolta si

offendono se la logica manca loro di rispetto.

Il membro della Convenzione cominciava ad ansimare e il rantolo

dell'agonia gli troncava la voce: tuttavia conservava una intera

lucidità d'animo, visibile negli occhi. E proseguì:

<

fuori dalla Rivoluzione che, presa nel suo insieme, è un'immensa

affermazione umana, che cos'è il '93 se non una risposta? Lo trovate

inesorabile. Sfido io! E tutta la monarchia? Carrier è un bandito;

ma Montrevel come lo chiamate? Fouquier-Tinville è un pezzente; ma

come la pensate su Lamoignon-Baville? Maillard è orribile, ma

Saulx-Tavanne? Che ve ne pare? Il Père Duchene è feroce, ma quale

epiteto mi lasciate dare al padre Letellier? Jourdan Coupe-Tete è un

mostro, ma meno mostro del marchese di Louvois. Ah! Caro signore, io

piango Maria Antonietta arciduchessa e regina; ma piango anche quella

povera donna ugonotta che nel 1685, sotto Luigi il Grande, mentre

allattava il suo bimbo, fu legata, nuda fino alla cintola, a un palo,

e il bimbo tenuto distante. Il petto si gonfiava di latte e il cuore

d'angoscia: il bambino affamato e pallido, vedeva le mammalle, e

gridava agonizzando; e il boia diceva a quella donna: "Abiura!",

dandole a scegliere tra la morte del suo piccolo e la morte della sua

coscienza. Che ne dite di questo supplizio di Tantalo applicato ad

una madre? Ricordate bene questo, sigore: la Rivoluzione francese ha

avuto le sue ragioni. La sua collera sarà assolta dall'avvenire; il

suo risultato è un mondo migliore. Dai suoi colpi più terribili,

esce una carezza per il genere umano. Abbrevio... anzi, mi fermo:

avrei troppe cose da dire. Ma devo morire>>.

E cessando di guardare il vescovo, il membro della Convenzione compì

sommessamente il suo pensiero così:

<

Quando sono finite, si vede che il genere umano è stato tartassato,

ma è andato avanti>>.

Senza avvedersene, il membro della Convenzione aveva preso d'assalto

una dopo l'altra tutte le trincee interiori del vescovo. Una tuttavia

rimaneva intatta; e di questo estremo baluardo della resistenza di

monsignor Bienvenu uscirono queste parole, nelle quali riapparve

quasi tutta la severità del principio del colloquio:

<

empi. E' un cattivo condottiero del genere umano l'ateo>>.

Il vecchio rappresentante del popolo non rispose. Ebbe un tremito.

Guardò il cielo e una lacrima spuntò sul suo sguardo. Quando

l'occhio ne fu pieno, la lacrima calò lungo la sua gota livida, ed

egli disse quasi balbettando, con un filo di voce, con la pupilla

perduta nel profondo del cielo:

<>

Il vescovo fu preso da un'inesprimibile commozione.

Dopo un silenzio, il vecchio levò un dito verso il cielo e disse:

<

mio io sarebbe il suo limite; e non sarebbe più infinito; in altri

termini, non esisterebbe. Ma siccome esiste, dunque ha un io. Questo

io dell'infinito è Dio>>.

Il moribondo aveva pronunciato queste ultime parole con una voce alta e con un fremito di estasi, come se vedesse qualcuno. Quando ebbe parlato, i suoi occhi si chiusero. Lo sforzo l'aveva spossato. Era evidente che aveva vissuto in un minuto le poche ore che gli restavano. Ciò che aveva detto lo aveva avvicinato a colui che sta nella morte. L'istante supremo arrivò.

Il vescovo comprese che il tempo stringeva e si ricordò di essere venuto come prete; dall'estrema freddezza era passato, a grado a grado, alla commozione estrema; guardò quegli occhi chiusi, e prese quella vecchia mano rugosa e gelata e chinandosi verso il moribondo disse:

<>

Il membro della Convenzione riaprì gli occhi. Una gravità piena d'ombra si dipinse sul suo volto.

<>, disse con una lentezza che veniva forse

più dalla dignità dell'anima che dalla povertà delle forze, <

passato la mia vita nella meditazione, nello studio e nella

contemplazione. Avevo sessant'anni quando il mio paese mi ha chiamato

e mi ha ordinato di incaricarmi dei suoi affari. Ho obbedito. C'erano

degli abusi, li ho combattuti; c'erano delle tirannie, le ho

distrutte; c'erano dei diritti e dei principi, e io li ho proclamati

e confessati. Il territorio era invaso, e l'ho difeso; la Francia era

minacciata, ho offerto il mio petto. Non ero ricco e ora sono povero.

Fui uno dei padroni dello stato, e le cantine del Tesoro erano

talmente cariche di monete che era stato necessario puntellare i muri

per timore che cedessero sotto il peso dell'oro e dell'argento; e io

pranzavo in rue dell'Abre-Sec a ventidue soldi a pasto. Ho soccorso

gli oppressi; ho sollevato i sofferenti. Ho strappato la tovaglia

dell'altare, sì, ma è stato per fasciare le ferite della patria. Ho

sempre sostenuto il progresso del genere umano verso la luce e ho

resistito qualche volta al progresso senza pietà. In certi casi ho

protetto i miei stessi avversari, cioè voialtri. A Pateghem, in

Fiandra, là dove i re merovingi avevano il loro palazzo d'estate,

c'è un convento di urbanisti, l'abazia di Sainte-Claire in Beaulieu

che deve la sua salvezza a me. Fu nel 1793. Ho fatto il mio dovere

secondo le mie forze e ho fatto il bene che ho potuto. Dopo di ciò

sono stato scacciato, inseguito, perseguitato, segnato nel libro

nero, disprezzato, odiato, maledetto, proscritto. Dopo molti anni,

con i miei capelli bianchi, sento che molta gente crede di avere il

diritto di disprezzarmi; per la povera folla ignorante ho un viso di

dannato, e così io accetto, pur non odiando nessuno, l'isolamento

dell'odio. Adesso ho ottantasei anni, e muoio. Che cosa venite a

chiedermi?>>

<>, disse il vescovo. E s'inginocchiò.

Quando il vescovo rialzò la testa, il viso del membro della

Convenzione era diventato venerabile. Era morto.

Il vescovo ritornò a casa profondamente assorto in segreti pensieri.

Passò tutta la notte in preghiere. Il giorno dopo qualche audace

curioso provò a parlargli del membro della Convenzione G.; ma lui si

limitò a mostrare il cielo col dito. Da quel giorno raddoppiò di

tenerezza e di fraternità per i piccoli e i sofferenti.

Tutte le allusioni a <> lo

facevano cadere in una preoccupazione singolare. Nessuno potrebbe

dire che il passaggio di quello spirito vicino al suo, e il riflesso

di quella grande coscienza dinanzi alla sua, non avesse contribuito

ad avvicinarlo alla perfezione.

Quella "visita pastorale" fu naturalmente occasione di infinite

chiacchiere, per le piccole combriccole locali:

<

di un simile moribondo? Chi poteva attendersi una conversione? Tutti

quei rivoluzionari sono recidivi. E allora perché andarci? Per

vedere che cosa? Bisognava che fosse proprio la curiosità di vedere

un'anima portata via dal diavolo>>.

Un giorno, una ricca vedova, di quella razza impertinente che si

crede spiritosa, lo apostrofò: <

città quando Vostra Grandezza conta di mettere il berretto rosso>>.

<

"Fortunatamente chi lo aborre nei berretti lo venera nei

cappelli.>>

- X. Il Vescovo In Presenza Di Una Luce Sconosciuta["I Miserabili" - VICTOR HUGO]

Cyro Monteiro Linda Batista - Filigranas Musicais Vol. XII (1988)

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Olá amigos cultos e ocultos! Dentro do no show de variedades áudio musicais e já na reta final, temos para hoje um volume da série Filigranas Musicais. Esta série foi criada pelo pesquisador, o advogado carioca Milton Varela. A Filigranas Musicais Ltda foi uma editora cujo o sentido era o de resgatar antigos fonogramas, discos e gravações raras, assim como fazia a Collector's Records, a Revivendo e outras. Ao contrário dessas outras, a editora de Milton trabalhou com matrizes da antiga RCA. Trata-se de fonogramas raros, lançados somente na fase do disco de 78 rpm. Através dessa editora diversas gravações foram recuperadas e relançadas em formato 'Long Play' de 33 rpm. Ao que parece, a Filigranas Musicais não durou muito, lançou pouco mais de duas dezenas de álbuns, talvez por estar atrelada à BMG-Ariola, detentora dos direitos. O certo é que foi essa mais uma das boas iniciativas de preservar um pouco a história da nossa Música Popular Brasileira.Como se pode ver logo acima, este é o volume doze e nele temos dois grandes nomes da música do passado - Cyro Monteiro e Linda Batista - sendo cada lado do disco dedicado a um artista. Tanto as gravações de Cyro como as de Linda Batista são da primeira metade dos anos 40, gravações raríssimas que dificilmente poderão ser encontradas em outra coletânea. Confiram já este toque musical :)a maior mulher do mundo - cyro monteiroboêmio regenerado - cyro monteironão te doi a consciência - cyro monteirodomine a sua paixão - cyro monteiroa saudade me devora - cyro monteirocrioulo sambista - cyro monteirocarnaval em revista - linda batistaponto final - linda batistacasa de cômodos - linda batistamulata brasileira - linda batistaeu fui a europa - linda batistabolsinha de feira - linda batista

CRESPELLE AGLI ASPARAGI

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Una ricetta classica, rivisitata ovviamente in chiave veg, rendendola molto più leggera e rapida da preparare, ma non per questo meno gustosa e saporita. La ricetta originale doveva essere quella della bravissima Marta, e la trovate qui, poi, quando mi sono resa conto che mi mancavano le patate e altri ingredienti, l'ho adattata a modo mio. Vi consiglio entrambe le versioni, secondo me anche le sue sono favolose!

INGREDIENTI per circa 8 crespelle:

- 220 gr di farina

- 1 cucchiaio di amido di mais

- 1/2 cucchiaino di curcuma

- 300 gr circa di latte di soia (o acqua)

- 1 pizzico di sale e pepe

- 1 cucchiaino di olio di semi

per il ripieno:

- 1 mazzo di asparagi freschi

- 1 spicchio d'aglio

- sale, pepe

- 2 cucchiai di olio EVO

- 1 cucchiaino di miso (facoltativo)

- 1 manciata di mandorle spellate

per la besciamella:

- 500 ml di latte di soia

- 5 cucchiai rasi di farina

- sale, pepe

- 1 pizzico di noce moscata

Mescolate in una ciotola farina, amido, sale, pepe, curcuma e olio. Unite poco alla volta il latte (o l'acqua), mescolando con una frusta per evitare che si formino grumi.

Mettete il composto a riposare in frigorifero.

Nel frattempo pulite gli asparagi togliendo la parte esterna più fibrosa, tagliateli a tocchetti (lasciate da parte le punte) e metteteli in una pentola con poca acqua. Mettete sul fuoco, e quando l'acqua bolle gettate anche le punte. Cuocete per 4-5 minuti, poi scolate delicatamente e lasciate raffreddare. Lasciando da parte le punte, mettete in un contenitore stretto e alto i gambi di asparagi, l'aglio e le mandorle un poco tritate a coltello, l'olio EVO, sale, pepe e il miso. Frullate con il Minipimer sino ad ottenere una crema omogenea.

Preparate le crespelle facendo scaldare un goccio d'olio di semi in un padellino; versateci un mezzo mestolo di composto (circa), in modo da ricoprire la superficie della padella (ma poco, perchè la crespella deve essere sottile); quando i bordi iniziano a staccarsi giratela e cuocetela un minuto al massimo. Continuate a fare crespelle sino ad esaurire la pastella.

Si passa alla besciamella: mettete in un pentolino con il fondo spesso la farina, sale, pepe e noce moscata Aggiungete gradualmente il latte mescolando con la frusta per sciogliere bene la farina. Mettete su fuoco dolce, e portate a ebollizione, senza mai smettere di mescolare.

Ora farcite ogni crespella con un poco di besciamella e un cucchiaio abbondante di crema di asparagi. Ripiegatela in tre e mettetela in una teglia da forno cosparsa di uno strato sottile di besciamella. Stesso procedimento per tutte le altre crespelle. Terminate con una bella colata di besciamella, le punte degli asparagi, una spolverata di pangrattato e (se lo gradite) di lievito alimentare, un bel giro d'olio EVO e cuocete in forno caldo, a 180°C, per circa 20 minuti.

 

Sono molto buone anche il giorno successivo, riscaldate oppure fredde!

Concludo avvisando tante amiche blogger, che ultimamente non riesco a pubblicare commenti sul loro blog, e non so come mai. Io vi leggo sempre, appena capirò qual'è il problema ricomincerò anche ad apparire sotto le vostre ricette!!

CORSO DIFESA PERSONALE ROMA NORD

- by Unknown · - 0 Comments

LE FOTO HANNO SOLO CARATTERE ILLUSTRATIVO

GOMITATA SULL'OSSO TEMPORALE

GOMITATA SULL'ARTICOLAZIONE MANDIBOLARE

CALCIO COL TAGLIO DEL PIEDE  ALL'  INTERNO DEL GINOCCHIO

PROGRAMMA DEL CORSO DI DIFESA PERSONALE

-    PRINCIPI DI FILOSOFIA MARZIALE E DIFESA PERSONALE : SALUTO FORMALE.

-    TECNICHE DI MEDITAZIONE

-    TECNICHE DI RESPIRAZIONE E CONTROLLO DELLO STATO DI PANICO

-    MOBILITA' ARTICOLARE

-    GINNASTICA PREPARATORIA

-    LA POSTURA

-    LE POSIZIONE DI BASE

-    EQUILIBRIO E SPOSTAMENTI

-    TENICHE DI CADUTE

-    COLPIRE CON GLI ARTI SUPERIORI

-    COLPIRE CON GLI ARTI INFERIORI

-    COLPIRE CON LA TESTA

-    COLPIRE CON IL CORPO

-    DIFESA DA TERRA

-    STUDIO DELLE LEVE ARTICOLARI

-    COMBINAZIONI DI COLPI E LEVE

-    SBILANCIAMENTI E SPAZZATE

-    PARATE ALTE, MEDIE E BASSE

-    TECNICHE BASE DI LOTTA DA IN PIEDI E DA TERRA

-     STUDIO DEL BASTONE LUNGO, CORTO E A DUE PEZZI

-    STUDIO DELLE ARMI DI FORTUNA COME PIETRE, TERRA,

     CINGHIA,CHIAVI,VALIGETTA,RIVISTA,BOTTIGLIA,SCIARPA ECC.

-    TECNICHE IMPROVVISE COME MORSI , GRAFFI, CAPELLI ECC.

-    L'USO DELLE PAROLE

-    L'USO DELL' URLO MARZIALE

-    STUDIO DEI PUNTI VITALI

-    LUOGHI E TECNICHE DI AGGRESSIONE

-    PSICOLOGIA DELL'AGGRESSORE E AGGREDITO

-    AUTOSTIMA E CONTROLLO EMOZIONALE

-    VALORIZZAZIONE DEL POTENZIALE FISICO E PSITICO

-    ASPETTI GIURIDICI

-    TECNICHE ANTI- PANICO IL MASSAGGIO VISCERALE

-    ASPETTI FISIOLOGICI DELLO STATO DI PAURA

-    CONSERVAZIONE DELL' ENERGIA.Per informazioni : Alberto  tel. 328/36.45.567      e-mail: bettogam@libero.it

TELEFONO PALESTRA : 328-4085982. ( via Semmola, 48 ).

Contorno sprint!

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Lunedì. Piove. Sai che novità...

Ma il week end è effettivamente volato e tra un giro con la famiglia a Milano in una stupenda giornata di sole ed un giro in bici in campagna con le foglie che finalmente iniziano a virare verso il rosso lo spirito autunnale inizia ad infondersi dentro me e sono finalmente pronta e carica ad accogliere un grande cambiamento tra poco tempo :)

E proprio come vi dicevo qualche post fa, visti i cambiamenti nel mio solito tran tran quotidiano ecco che sono alla ricerca di piatti veloci, economici, facili ma non per questo meno gustosi.

Quindi sto sperimentando diverse cosine nuove che vi voglio sottoporre nei prossimi giorni, tempo libero permettendo.

Oggi tanto per cambiare ho dovuto trovare il tempo di preparare un contorno gustoso ma anche sano. Ed ecco che avevo i miei cavetti di bruxelles pronti in frigo dopo la spesa dell'altro giorno.

Oramai sapete tutti della mia passione per i cavolini formato mignon. Ammettiamo che non a tutti piace il loro sapore e soprattutto cuocerli in casa è molto fastidioso.

Ma qui ho una ricetta veloce, facile, a prova di incapace ai fornello e soprattutto...sana! Perchè i cavoletti in questione - così come broccoli, cavolfiore e tutte le verdure autunnali - fanno stra bene! Sono una super difesa in vista del freddo, hanno una super concentrazione di vitamine e sono un ottimo alleato per il sistema immunitario e non solo. 

Ecco qui cosa serve:

1 vaschetta di cavoletti

2 carote tagliate a tocchetti

2 fette di prosciutto crudo

1 dado vegetale bio (a basso contenuto di sodio)

1 cucchiaino di burro

1 cucchiaino di olio e.v.o

pepe

acqua calda

Lavare i cavoletti e tagliarli a metà. In un tegame largo fate sciogliere la piccola noce di burro e il cucchiaino di olio.

Fate dorare le carote ed il prosciutto tagliato a strisce piuttosto larghe. Appena questo sarà diventato croccante aggiungete i cavolini ed il dado. 

Coprite con acqua calda e fate cuocere per almeno 20' finchè le verdure non saranno morbide.

Aggiustate di pepe.

Contorno velocissimo ottimo per accompagnare della carne bianca o dei filetti di pesce bianco.

*Se vi avanzano dei cavolini aggiungerli ad una patata lessa, schiacciarli con una forchetta e cuocerli tipo rosti.

Ottimi!

Buona settimana a tutti

Contenido básico de un botiquín

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Contenido básico de un botiquín1. Material de curas:

Vendas de diferentes tamaños

Gasas estériles

Gasas vaselinadas

Esparadrapo

Tiritas

Guantes desechables

Tijeras de punta roma o redondeada

2. Antisépticos:

Jabón líquido neutro

Suero fisiológico: se usa para lavar heridas y quemaduras.

Povidona yodada: desinfectante de la piel de uso general en pequeñas heridas, cortes superficiales, quemaduras leves o rozaduras. Es el más usado por su alta acción frente a los gérmenes y su escaso efecto irritante.

Clorhexidina: antiséptico tópico para quemaduras leves, erosiones cutáneas o heridas superficiales.

3. Analgésicos/Antiinflamatorios: Es aconsejable disponer de alguno de los siguientes medicamentos empleados para aliviar el dolor leve-moderado y/o tratar la fiebre. La elección del medicamento ser hará en función de las características individuales de cada caso:

Paracetamol: analgésico y reductor de la fiebre

Ibuprofeno: analgésico, antiinflamatorio y reductor de la fiebre.

Ácido acetil-salicílico: analgésico, antiinflamatorio y reductor de la fiebre.

4. Otros:

Sobres de suero oral

Antiinflamatorios tópicos

Repelente contra insectos

Crema para picaduras de insectos: hay diversos productos en el mercado (loción de calamina, pomada de hidrocortisona al 0'5-1% ó producto a base de amoniaco)

Crema para quemaduras superficiales

5. Material adicional:

Termómetro

Bolsa de plástico (para agua caliente o fría)

Pinzashttp://www.sabervivir.es/contenido.[....]enupadre=0&menu=256&tipocontenido=2

Importante:

Coloque el botiquín en un lugar seco, fresco y preservado de la luz. Guarde cada medicamento en su envase original y con el prospecto. Tenga en él sólo los medicamentos imprescindible. Revíselo de manera periódica (cada 6-12 meses) y retire los medicamentos caducados.  Mantenga el botiquín LEJOS DEL ALCANCE DE LOS NIÑOS.

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Coraggio Italia.

- by Unknown · - 0 Comments

Questo è il paese che ci meritiamo. L'hanno creato 30 anni di strafottenza e negligenza da parte di tutti gli italiani, dove ovunque ce ne sia stata la possibilità si è fatto man bassa di razzie per dissanguare ogni risorsa possibile. "Il meglio che magno io che qualcun'altro." è diventato lo slogan abituale del nostro paese e tutti dal più piccolo fino al primo cittadino di questo ormai devastato "Stivale" tirano soltanto l'acqua al proprio mulino.

L'incapacità, l'ingordigia, la prosopopea, il credersi al di sopra delle leggi e dei cittadini dei nostri governanti e tutti i politici italiani, danno il colpo mortale ad un paese in ginocchio con il collo appoggiato sul ceppo di una ghigliottina.

A loro tutto è concesso, frodi, truffe, miliardi di euro che spariscono oggi di qua, domani di la, e non c'è mai un colpevole. Pregiudicati che hanno il permesso, l'accesso a luoghi e alle più alte cariche dello stato. Usurpatori di poltrone, dove se una volta quanto meno si potevano votare, adesso si caricano e scaricano tra di loro, facendo un lurido balletto per posare le loro flaccide chiappe sule poltrone della casta. Noi non contiamo più un ca**o, hanno ammazzato le basi della democrazia, ci hanno sottomessi, soggiogati, plasmati al punto che le nostre rivoluzioni le facciamo seduti dal barbiere o dentro ad un bar, sui social net o peggio, scribacchiando dentro un inutile blog come questo.

Non vale neanche più la regola del "Aiutati che Dio ti aiuta". Faremo ripartire l'economia, certo la loro economia, i loro conti correnti i loro palazzi, ville appartamenti a loro insaputa, barche ricchezze e tutti gli agi possibili ed immaginari.

Ma, se un piccolo imprenditore, un commerciante di bottega, un ambulante sgarra anche di un piccolo passo, il nostro beneamato governo gli fa pagare tutte le pene dell'inferno, prendendolo come capro espiatorio di tutte le loro malefatte.

Crisi economica, un suicidio ogni due giorni e mezzo: 149 nel 2013

Secondo i dati del laboratorio di ricerca Socio Economica dell'Università degli studi Link Campus University i casi di morti "per motivi economici" cresce rispetto al 2012, quando furono 89. Il fenomeno coinvolge tutte le aree geografiche d'Italia. Uno su due è tra gli imprenditori, salgono anche tra i disoccupati

Casalnuovo (NA). Una folla di gente ha accolto stamane nella chiesa di Santa Maria del Suffragio il feretro di Eduardo De Falco, il commerciante suicidatosi dopo aver ricevuto una contravvenzione di 2000 euro dall'ispettorato del lavoro per aver trovato la moglie nel suo panificio senza un regolare contratto.

L'ennesimo omicidio da parte dello stato. Tanto a loro che gliene importa... noi siamo una manica di codardi.

Coral De Ouro Preto (1962)

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Boa noite, meus prezados amigos cultos e ocultos! Acabo de chegar do domingo e ele foi ótimo. Um dia ensolarado, tranquilo e potencialmente fotografável. Vocês sabiam que hoje foi comemorado, no mundo inteiro, o dia da fotografia com câmera de orifício, o "Pinhole Day"? Foram mais de oitenta países, num encontro simultâneo, todo mundo fotografando, até eu! Quer saber o que é 'Pinhole'? Visite o site. Bacana demais essa técnica de fotografia, eu recomendo...

Para o resto do domingo continuar numa boa, aqui vai um disco que eu também recomendo. Coral de Ouro Preto, segundo disco gravado pelo grupo. Lançado em 1962, desta vez pela Odeon, o Coral grava um disco super moderno para a época, pautado na bossa nova. A direção artística é de Ismael Corrêa, que foi também o descobridor do coral, formado por então jovens estudantes da Escola de Minas, de Ouro Preto.

Conforme nos informa o texto da contracapa, o disco foi gravado em apenas dois dias, entre o natal e o fim do ano de 1961, nos estúdios da Odeon, Rio de Janeiro. O coral tem o acompanhamento de seu regente , o pianista e compositor Ubirajara Cabral e um grupo de músicos da casa (Vidal - contrabaixo; Geraldo - violão; Juquinha - bateria; Ary e Jairo - trompas; Cópia - flauta e Cláudio - vibrafone). Com essa turma ao fundo, o Coral de Ouro Preto grava o que veio a ser o seu melhor e mais importante lp.

Confiram aí porque eu aqui já vou dormir. Desculpem, mas eu estou morrendo de sono. Zzzz.....o vento não sabezelãofim de noitelamento no morroamo-te muitobalada das ladeiras de ouro pretofeitio do oraçãosamba de uma nota sóolhos feiticeirosduas contaspouca duraçãogina

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